La degenerazione maculare legata all’età è una patologia multifattoriale che colpisce la zona centrale della retina, detta macula, causando la diminuzione progressiva della visione centrale. Nei paesi industrializzati rappresenta la prima causa di ipovisione nei soggetti di età superiore ai 55 anni.
L’avanzare dell’età, i fattori genetici e i fattori legati all’ambiente giocano un ruolo cruciale nella fisiopatologia della malattia. Il fumo e la luce solare sono considerati importanti fattori di rischio. Inoltre, i soggetti affetti di ipertensione arteriosa, con problemi di obesità e ipercolesterolemia, presentano un rischio maggiore di sviluppare la patologia.
Guarda il video in cui il dott. Tommaso Micelli Ferrari, il dott. Massimo Lorusso e la dott.ssa Eleni Nikolopoulou spiegano come affrontare la degenerazione maculare
La degenerazione maculare è suddivisa in diversi stadi e diverse forme. Lo stadio iniziale e intermedio della patologia è caratterizzato dalla presenza di alterazioni retiniche, come le drusen e le alterazioni dell’epitelio pigmentato retinico, mentre nello stadio più avanzato, la malattia può evolvere verso la forma atrofica oppure nella forma neovascolare-essudativa.
Nella diagnosi e valutazione della maculopatia, importante è la misurazione dell’acuità visiva, l’esecuzione della griglia di amsler e la valutazione del tessuto retinico attraverso esami accurati come: la fluorangiografia (FAG), esame tradizionale che attraverso l’iniezione di un colorante, la fluoresceina, evidenzia la circolazione retinica e i vasi anomali; l’OCT (tomografia a coerenza ottica), esame essenziale nella diagnosi e monitoraggio della patologia che permette di studiare la retina in profondità; infine, l’ANGIO-OCT (Angiografia-OCT), una nuova tecnica diagnostica inserita nella pratica clinica che consente, attraverso scansioni tridimensionali, di visualizzare la vascolarizzazione retinica e coroideale senza l’iniezione di alcun colorante.
Nelle forme iniziali della malattia, importante è modificare lo stile di vita per limitare il rischio di evoluzione nella forma avanzata. È quindi consigliabile limitare il fumo, proteggersi dalla luce solare e assumere sostanze antiossidanti.
Per quanto riguarda la forma neovascolare-essudativa della DMLE, negli ultimi anni è stato scoperto che la principale causa della crescita dei neovasi è il fattore di crescita VEGF e l’introduzione della terapia intravitreale con farmaci anti-angiogenici (anti-VEGF) ha rivoluzionato la storia naturale della DMLE essudativa. Al contrario, non esiste tutt’oggi una terapia approvata per la forma atrofica della DMLE che è in grado di riparare il danno cellulare a livello dei fotorecettori e dell’epitelio pigmentato retinico.
Dott. Tommaso Micelli Ferrari
Il dott. Tommaso Micelli Ferrari è laureato in Medicina e Chirurgia con specializzazione in Oftalmologia.
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